La riabilitazione cambia! Si evolve (per fortuna); si arricchisce e attinge forza e concretezza da strumenti che, fino a quando non li ottieni, non apprezzi (forse) tanto quanto dovresti.
L’acqua, per esempio, si trasforma in questo frangente, nell’elemento protagonista e… No: non stiamo parlando di acqua per ultrasuoni a immersione o per bagnare “le spugnette”.
L’acqua, con la linea WaterTools, è davvero dinamicità pura.
Trasformare (quando possibile) una seduta di terapia strumentale statica o una rieducazione funzionale passiva in una “iper-stimolazione” per il paziente, è il trend del momento: la corrente di pensiero più viva in un ambiente in cui, troppo spesso, si dimentica che il movimento è vita e che la fisioterapia e la riabilitazione non sono e non devono mai ridursi a un cliché o a momenti robotizzati, meccanici e abitudinari, privi di qualsiasi forza terapeutica e/o motivazionale.
Lavorare sui flussi di corrente durante una seduta di T.E.CA.R terapia, mentre attiviamo la muscolatura profonda e le componenti mio-tendinee è il must, oggi! E’ la tanto auspicata relazione tra la mente del terapista e la macchina che si sceglie di utilizzare. E se questo lo facciamo creando un continuo tentativo di bilanciamento e di “riequilibrio” da parte di tali strutture, piuttosto che con semplici esercizi di contro-resistenza, quanto migliora il nostro “esercizio terapeutico”? Tanto. Veramente tanto.
E la cosa vale anche di più per il recupero funzionale manuale. Perché? Perché l’attrezzo (vale in generale ma mi riferisco alla linea Water) aiuta: aumenta la concentrazione del paziente nell’esecuzione dell’esercizio, lo incuriosisce, lo motiva e lo coinvolge. Gli crea quella “difficoltà giusta”, che serve a impegnarlo e a potere anche “misurare” i suoi progressi.
Che si tratti di una fase riabilitativa o di un fitness, poi, non cambia nulla! Questa linea di attrezzi è comoda, pratica, versatile e… Necessaria.
La riabilitazione cambia forma. Come l’acqua!
Prof. Valerio Schifano